Sono ancora sotto shock. Ritorno su queste pagine, finalmente, dopo un periodo complesso, ma anche elettrizzante. Scusatemi per l’assenza.
Spero però che siate elettrizzati quanto me. Perché dovreste, vi chiederete?
Perché non potete ignorare il cambiamento in atto, che è sostanziale, è inaspettato nella sua velocità, ed è positivo.
Lo so, qualcuno continua ad abbaiare e ragliare che siamo finiti dalla padella alla brace, che non cambierà nulla, ma quello è solo marketing della disperazione. Serve per attirare un certo tipo di pubblico, sempre esistente - soprattutto in Italia - che ama piangersi addosso e schifare tutto e tutti.
In realtà è gente che schifa la propria stessa vita, forse a ragione, ma non volendo ammetterlo a se stessi se la prendono con il resto del mondo.
La verità è che il cambiamento c’è, e lo possiamo tastare con mano.
Partiamo dall’ultima cosa che ho letto: le grandi aziende della Silicon Valley californiana si rifiutano di commentare negativamente la notizia dell’abbandono dell’accordo di Parigi voluto da Donald Trump.
Otto anni fa le stesse aziende Trump lo avevano messo in croce, per la stessa decisione.
Otto anni fa quei colossi tecnologici erano la gioiosa macchina da guerra di un partito del potere assoluto che come una piovra possedeva e controllava tutti i gangli dell’economia, della finanza, e dell’amministrazione.
Oggi sembra che quel mostro sia stato trafitto nel cervello. I suoi tentacoli rimangono lì dov’erano, ma sono inermi. Non si muovono più.
Sono il primo che si sarebbe atteso una dura lotta senza quartiere. Mi aspettavo che non avrebbero ceduto facilmente, e in qualche remoto distretto effettivamente sembra essere così, vedete per esempio le proteste stimolate in Slovacchia. Ma la gran parte della piovra sembra sia morta e stecchita.
Giace inerme, in attesa che la sua carne si corroda completamente e la putrefazione ne dissolva completamente il ricordo.
Come è potuto accadere?
La mia spiegazione è che quel sistema oppressivo ha finito per opprimere anche i suoi pretoriani, che con cieca violenza lo hanno difeso sino a poco fa.
Mark Zuckerberg non si è risvegliato buono, non è stato folgorato sulla via di Damasco scoprendo improvvisamente il valore della libertà di espressione. Semplicemente, dopo anni di oppressione, lui e la sua azienda hanno visto una finestra di opportunità per liberarsi di un sistema politico che gravava anche sulle loro casse.
Certo, avevano contribuito anche loro, più di tanti altri, a installare quel potere là dove stava. Ma poi si sono accorti che i tentacoli si erano avvolti anche intorno al loro collo.
Meglio tardi che mai.
Le cose stanno cambiando per davvero, e soprattutto cambieranno nel mondo dell’informazione (forse in Italia ci vorrà più tempo, ma cambieranno). Fino ad oggi abbiamo vissuto in un racconto fantasioso del mondo, in una riproduzione artificiale, un fac-simile della realtà.
Chiunque provasse a sollevare il sipario sul Truman Show veniva eliminato, zittito, ridicolizzato.
Adesso invece vediamo lombrichi e vermi che si stanno rimangiando la loro merda. Un cucchiaino alla volta, ma hanno iniziato a ingurgitarla.
Ho sentito alcune di queste nullità dire che loro lo dicevano già da tempo, che questo woke estremo era una esagerazione. I soldatini di piombo iniziano a piegarsi, a rimodellare se stessi alla luce della nuova realtà.
Accetteremo questi vermi nel nostro mondo, perché il nostro mondo a differenza del loro è un mondo di libertà. Ma li marchieremo per sempre come invertebrati. I loro nomi io li conservo in una speciale lista che tengo appoggiata vicino alla carta igienica. Perché non si sa mai.
Il mondo sta cambiando. Non diventerà perfetto, ma un po’ meno schifoso di prima. Godiamoci i frutti del cambiamento.
Andrea, sei la manna dal cielo. Grazie.
Sempre sul tema: Durante la sua audizione di conferma al Senato, la candidata a Direttore dell'Intelligence Nazionale Tulsi Gabbard ha affermato che le sue critiche alla politica statunitense in Siria derivano dal suo rifiuto del sostegno degli Stati Uniti ai terroristi e agli islamisti radicali in quel Paese.
Gabbard ha sottolineato di essersi arruolata nell'esercito proprio per combattere al-Qaeda e il terrorismo. E ha detto che è stato uno shock per lei quando, dopo essere stata eletta al Congresso degli Stati Uniti, ha saputo dell'operazione per rovesciare il regime in Siria, sviluppata sotto il presidente Obama, durante la quale la CIA ha iniziato a sostenere e ad armare tutti. Al-Qaeda per raggiungere questo obiettivo. Secondo lei, nell'ambito di questo programma, sarebbero stati spesi mezzo miliardo di dollari per addestrare i "ribelli moderati", come venivano chiamati ufficialmente, ma che in realtà erano combattenti associati ad al-Qaeda e ad organizzazioni ad essa vicine. Allo stesso tempo, le autorità statunitensi si sono rifiutate di riconoscere che il cambio di regime in Siria, come già avvenuto in Iraq e dopo la caduta di Gheddafi in Libia e di Mubarak in Egitto, ha aumentato notevolmente la minaccia che forze estremiste come al-Qaeda salgano al potere.