Gaza: siamo noi malnutriti a cucchiaiate di cazzate
La storia di come sono stato censurato e massacrato, perché avevo ragione
Un video rimosso da YouTube per “hate speech”, un altro rimosso da me per precauzione - ma ora ripristinato in chiave di una strategia difensiva aggressiva -, insieme a due caffè amari.
Nessun passo indietro, tuto ciò che ho detto è ovviamente rivendicato al 100%, ma quando il padrone del vapore ti minaccia di chiuderti tutto è necessario riorganizzarsi. Come la resistenza che deve nascondersi tra gli alberi.
Funziona così: un video rimosso è solo un avvertimento. Al secondo video rimosso il canale viene bloccato per una settimana. Al terzo viene chiuso definitivamente ed è perso per sempre.
Ora vi è più chiaro perché sono corso ai ripari?
Tuttavia, al di là delle necessità contingenti che si hanno quando si vive sotto dittatura come me, e come chiunque viva in Europa, ciò che vi ho mostrato ha scoperchiato il Vaso di Pandora.
Ne parlano persino in Belgio. E chi mostra le cose che ho mostrato io, anche se ricopre ruoli di potere e di rilievo, è costretto a fare abiura, a scusarsi e a rimangiarsi ciò che ha detto, come è avvenuto con il caso di Nadia Geerts.
Nel piccolo funziona allo stesso modo. La microinfluencer Valeria Como, un’attivista ProPal con tanto di bandiera nella foto del profilo, da persona intelligente quale è ha riconosciuto il valore del mio lavoro e ha espresso perplessità su una realtà che prima che la mostrassi io non conosceva: a Gaza esistono bar, ristoranti, spazi di co-working in piena attività.
Lo ha raccontato anche lei, ed è stata subito richiamata all’ordine. Lo dice lei stessa in un video successivo
ieri ho fatto un video [quello in cui mostrava il mio lavoro] e qualcuno ha deciso di farmi un mazzo tanto in chat privata
Non può rinnegare di aver capito che a Gaza esiste la vita normale, ma nella sua ingenuità sostiene che sia necessario tacere di questa realtà perché le priorità da raccontare sono altre. Non quelle che derubrica a stranezze che accadono non sappiamo per quale motivo.
A dedicarmi lo spazio di un articolo c’è poi anche il giornale l’indipendente, dove una tale Enrica Perucchietti - che guardacaso rivendica una laurea con lode in filosofia, poveri noi - cura quella definisce una rubrica anti fakenews.
Curioso che una laureata in filosofia che si occupa di combattere le falsità fatichi a capire il significato di un testo, per di più espresso a viva voce. Fa nascere il sospetto che non abbia ancora trovato la sua vera vocazione nella vita, cosa che le auguro con tutto il cuore.
L’attenta cacciatrice di bufale infatti sostiene per prima cosa che la rimozione del mio contenuto da parte di YouTube sia solo presuntamente per “hate speech”, quando qui l’unica cosa davvero presunta è la sua capacità di comprensione della realtà. Basta infatti seguire il link della diretta rimossa per farselo dire dalla piattaforma la ragione della cancellazione del video che, guarda un po’, è proprio hate speech.
L’articolo prosegue con legittimi giudizi dell’autrice sul mio operato, di cui m’importa un’accidente, per poi però dichiarare che
La tesi era tanto semplice quanto fuorviante: se il locale esiste, allora Gaza non è in emergenza e la narrazione di fame e distruzione sarebbe una mera messinscena.
Forse quasi due ore di approfondimento sono troppi anche per una laureata cum laude in filosofia, o forse sono troppi proprio perché così ben titolata in quella disciplina, ma sta di fatto che ancora una volta chi ha scritto questo articolo non ha compreso il significato del testo neppure quando esplicito.
Come ho avuto modo di ripetere più volte le immagini che ho mostrato non negano che a Gaza ci sia una guerra, e non negano che ci sia gente affamata o in forte sofferenza. Smontano però, categoricamente e per sempre, quella narrazione distorta dai propagandisti fanatici e dagli utili idioti del piagnisteo popolare che vorrebbe raccontarci di una striscia di Gaza come un lager a cielo aperto con la popolazione intera trattata come animali in gabbia e ridotta a brucare l’erba per sopravvivere.
Una immagine falsa, che le decine - decine - di locali che ho trovato hanno sgretolato.
Un’immagine che però è necessaria agli spacciatori di bufale ProPal per instillare nella testa della gente che ciò che avviene a Gaza non è una guerra come tutte le altre, cosa che invece è eccome. Non è una guerra secondo loro, è uno sterminio ingegnerizzato senza pietà, un genocidio, un’opera del demonio, la continuazione del lavoro certosino di annientamento iniziato da Adolf Hitler il secolo scorso.
La propaganda ProPal è insidiosa e subdola. Vi ricordate il caso di due giorni fa di quella povera ventenne palestinese portata in Italia con un volo militare ma morta per malnutrizione? Ne hanno parlato tutti.
Ebbene, la poveretta non era malnutrita. Aveva la leucemia. Qui c’è il referto medico, leggetelo voi stessi e rabbrividite. Sì, siamo costretti in una realtà parallela, siamo noi quelli malnutriti a furia di cazzate che ci fanno ingurgitare.
Ma ritorniamo all’unico bar, tra le decine di locali che ho segnalato, di cui la nostra bufala-buster de l’indipendente (dalla realtà) ha deciso di concedere spazio (perché quello più facilmente strumentalizzabile per spacciarlo come fake, visto che è di nuova costruzione e si vuole instillare il dubbio che sia falso).
Secondo l’autrice sul profilo del Lava Café si mostrerebbero solo video ripresi dall’interno, senza mai mostrare cosa c’è all’esterno del locale. Si insinua quindi il dubbio, subdolamente, che sia una costruzione artificiale stile Hollywood. Ma l’autrice viene smentita da una semplice occhiata alla pagina principale del profilo. Ci sono più immagini che mostrano cosa c’è intorno al bar.
Se poi si fa una ricerca un minimo più approfondita - cosa che l’autrice potrebbe anche non essere in grado di fare, ma bastava mi ascoltasse perché l’avevo già fatta io per tutti - si scopre che esistono video che mostrano proprio dove si trova il café. In particolare un video dove con una rotazione quasi completa si immortala il quartiere in cui il locale è ubicato. Questo video qui.
Visto? Io stesso avevo commentato queste immagini dicendo che quello, come tutti gli altri, è un quartiere fatiscente con addirittura una tendopoli al suo interno. E questo dimostra che quel paese è povero e in guerra, ma che come in ogni paese povero e in guerra c'è chi non ha da mangiare, e chi fa la stessa vita di prima.
L’articolo poi obietta che, siccome nella descrizione del profilo del bar è indicata come posizione “di fronte alla American School”, allora qualcosa non torna. Perché l’American International School secondo l'indipendente non esiste più dal 2009, quando sarebbe stata bombardata.
Eppure da una semplice verifica si scopre che il suo account Instagram è stato creato nel 2016 ed è rimasto attivo fino al dicembre 2023.
Se la nostra acchiappa-panzane le verifiche le fa così, stiamo veramente freschi amici miei. Perché l’informazione del bombardamento del 2009 l’autrice l’ha ricavata da WikiPedia, senza farsi altre domande e senza fare alcuna altra ricerca.
Appunto scrive su l’indipendente e pare davvero indipendente. Indipendente dai fatti.
C’è poi tutta una rete di mistificatori, consapevoli o meno, che sostiene che i profili che vi ho mostrato in quella famosa diretta sarebbero tutti falsi, prodotti dall’AI, e comunque creati solo dopo marzo 2025.
È falso.
Il profilo di Thailandi Gaza è attivo dal 2015.
Roma Resturant (Sic), dal gennaio 2023
Café Zaitouna dal febbraio 2021.
Ice Cream Hamada dal dicembre 2017.
Non si capisce poi con quale coraggio venga contestata la genuinità delle immagini che mostrano la vita quotidiana a Gaza mentre si spacciano per veri filmati di provenienza sconosciuta, che mostrano fatti non chiari, ma di cui dovremmo fidarci ciecamente della ricostruzione fatta in due righe nella loro descrizione, non si sa nemmeno da chi.
Ma hey, questo è lo scopo della propaganda. Azzerare le domande e sostituire la necessità di capire con il dovere di credere.
Buona malnutrizione anche a voi.
Quanta violenza in questi commenti: mi viene da chiedermi chi sia peggio.
Una persona intelligente si farebbe qualche domanda in più piuttosto che inventare modi più o meno creativi e più o meno violenti di offendere.
Mi dispiace tanto per i palestinesi che vengono difesi da gente come questa, che non arriva a capire nemmeno le regole più basilari della difesa: si deve conoscere benissimo la verità per poter trovare i veri punti di attacco, altrimenti si crea solo confusione, si urla e non si ottiene il vero risultato desiderato: la fine della guerra.
Lasciamo proprio perdere caro e stimato Andrea..
Io mi vergognerei a guardarmi allo specchio se fossi in te..
Ho visto video di bambini mirati ed esplosi, video di Bambini Ridotti a scheletri, ho ascoltato medici occidentali, e ti ripeto, per me la solo cosa vagamente dignitosa che ti rimane da fare dopo questa tua infelice boutade filo sionista é quella di alzarti in questo preciso istante, andare davanti ad uno specchio e sputarti in faccia.
Punto.
Saluti.