I porci europei volevano banchettare sulle rovine russe, dice Putin
Si è rotto qualcos'altro nel già precario equilibrio mondiale
Al meeting annuale con i vertici militari Putin ha deciso finalmente di chiamare gli europei con il termine che gli si addice di più.
Porci. Così ha definito i paesi dell’Unione Europea che hanno supportato fino ad oggi quella che chiama la guerra di Biden, secondo lui nella speranza di poter banchettare sui resti della Russia, una volta sconfitta.
Come degli avvoltoi, ma rosa e con la coda arricciata.
E che non sono manco in grado di volare, aggiungo io.
E pensare che, dice, un tempo avrebbero voluto far parte anche i russi della grande famiglia europea, quella composta dalle nazioni civilizzate. Ma oggi, aggiunge, è diventato chiaro che in Europa di civilizzazione non c’è traccia, ma c’è solo completo degrado.
Bravo Putin, da dentro ti confermiamo tutto.
Le parole di Putin si scontrano con ciò che sta dicendo Trump, e cioè che non si sia mai stati vicini alla pace come adesso.
Forse intende quella eterna?
The Donald è pronto anche ad assicurare all’Ucraina una difesa ‘articolo 5’ (un attacco all’Ucraina è un attacco agli USA), anche cementandola con un voto del Congresso.
Sembra una follia. Una linea che pare assolutamente inconciliabile e incompatibile con tutto quello che la Russia ha sempre messo sul piatto come necessità non negoziabile.
Ma è l’Europa quella con troppi cromosomi. I nostri leader agiscono come se la pace fosse già stata siglata, preoccupandosi di chi, come e quando dovrà spedire i suoi soldati in Ucraina per mantenere pace e deterrenza in chiave di contenimento russo.
Siamo governati da mitomani che dovrebbero essere in cura.
La verità è che qualcosa si sta rompendo
Le parole di fuoco di Putin sono chiare: ci siamo stufati di chiacchierare, o gli USA, l’Ucraina e i porci suoi alleati europei accettano le nostre richieste minime, oppure ci prenderemo tutto con la forza.
La guerra andrà avanti e l’invasione su larga scala continuerà fino al raggiungimento di tutti gli obbiettivi.
Il tentativo di Trump, in questo contesto di sostanziale stallo dei negoziati, sembrerebbe più che altro finalizzato a poter dire di aver fatto tutto il possibile, e che alla fine se la pace non si è fatta è stato per colpa del cattivone russo.
Ma questo sembra essere l’unico effetto che si potrà sperare di ottenere da questa farsa che ormai prosegue da un anno.
E meno male che ci avevano detto che Trump, strumento del Cremlino e presidente filo-russo, avrebbe regalato la vittoria a Mosca sacrificando l’Ucraina.
Il presidente isolazionista (sic!) sta al contrario dimostrando che le forze in gioco in Europa sono davvero molto grandi, e che una volta iniziato il conflitto non basta un cambio di amministrazione a Washington per poter assicurare a Mosca la legittima e necessaria garanzia di sicurezza, che il governo russo si aspetta di ricevere e di mantenere a tempo indeterminato e non solo per i quattro anni di un mandato presidenziale americano.
Questo gioco parla anche della situazione europea.
È l’Europa la scacchiera
E qui mi riferisco al continente, non solo all’Unione Europea. Georgia, Romania, Serbia, Bulgaria. In tutti questi Paesi ci sono state manipolazioni politiche / elettorali / giudiziarie, sempre in chiave anti russa e pro Unione Europea.
Il tentativo di mangiarsi tutto è ormai evidente, così come deve essere adesso chiaro a tutti che la guerra in Ucraina non è mai stata solo la guerra di Ucraina. Ma è stata una reazione russa a un disegno strategico globale che ha influenzato l’intero continente europeo.
La NATO proseguirà nella sua folle volontà di avvicinare sempre di più la sua ‘forza’ a Mosca? Finirà di costruire la sua più grande base in Romania? Tenterà in ogni modo di accerchiare la Russia, come ha fatto fino ad ora e come ha addirittura velocizzato dopo la guerra che lei stessa ha causato?
Sono questi, secondo me, i veri temi in discussione, i veri ostacoli al raggiungimento di una pace negoziata.
Che non ci sarà. C’è solo da sperare che i porci europei non ci vogliano trascinare nell’abisso per giocarsi il tutto per tutto. E farsi distruggere.


