L'arte della guerra dei coglioni
Sun Tzu è un manuale per miserabili che vogliono diventare qualcuno
Se quel poveraccio di Sun Tzu avesse saputo che i più mentecatti tra i nostri contemporanei avrebbero usato le sue massime sulla guerra per imparare a diventare “manager di successo”, “self made man”, “imprenditori di se stessi“ e altre perifrasi per sostituire la parola “subnormale“, probabilmente si sarebbe ubriacato e poi gettato da uno scoglio senza lasciare nulla da tramandare.
Per chi non lo sapesse Sun Tzu è il tizio - generale cinese di 2.500 anni fa - cui viene attribuito il contenuto di un libretto che tanti leggono, ma di cui nessuno capisce un cazzo. Anche perché c’è realisticamente poco da capire. Ops, mi sembra di aver appena descritto il Corano, ma questa è un’altra storia, perché ora sto parlando di un altro libro, per qualcuno parimenti sacro: L’Arte della Guerra.
Siccome non c’è nulla davvero da capire, è il classico libro che serve per far sentire intelligenti anche i ritardati. In ciò lo aiuta anche l’avere poche pagine ma ancor meno parole, paragrafi brevi come un sms e tanto spazio bianco. Insomma è Il Piccolo Principe, ma per quelli che pensano di essere diventati grandi. Ok, forse anche questo dovevo tenermelo per me.
Va bene. Non fraintendetemi. Le massime di Sun Tzu sono tutt’altro che idiozie. Sono gocce concentrate di pensiero, che se messe nella testa di un demente anziché evaporare per poi condensare sottoforma di nuove idee, scorrono disperatamente sulle pareti spoglie della vuota scatola cranica alla ricerca di un’uscita comoda, e la trovano sempre nella bocca e sempre nel momento meno opportuno.
Tipicamente il proto-tipo del coglione le tirerà fuori nel bel mezzo di una riunione, in cui però non si parla di assaltare i concorrenti con la katana, ma magari di break even point e di margine operativo lordo. Ma lui se ne fotte, perché quando tutto ciò che hai è un martello, ogni cosa ti sembra un chiodo. E lui ha Sun Tzu. Che artro je serve.
Purtroppo le caratteristiche testé descritte hanno fatto sì che L’Arte della Guerra sia diventato il manuale di riferimento per tutti gli aspiranti squali-del-business con il completo scuro dell’OVS, le scarpe da ginnastica e il piumino smanicato, accompagnato dall’immancabile zainetto in spalla. Occhio perché vi ho appena descritto la divisa del minus habens, fatene tesoro.
Di giorno aspiranti squali, di notte veramente a pecora. Ecco dove nasce la tragedia, dalla mancata accettazione dei propri gusti.
Ora, qual è il vero problema?
Sin qui, nessuno. Guitti di questo tipo sono manna dal cielo, ed è per questo che li assumiamo: non pensano, non polemizzano, non mettono in discussione, non inseguono intuizioni strampalate. Se hanno qualche idea è talmente stupida che si suicida da sola e li scoraggia da averne altre. Al contrario eseguono pedissequamente, mantengono lo status quo, sono cheer leader della retorica vuota e per questo eseguono la loro unica funzione fondamentale: conservare il sistema, proteggerlo, stabilizzarlo e renderlo immutabile.
Perché avere paura?
Perché Sun Tzu non era un idiota. Ma noi sì.
E non abbiamo alcun rispetto per la storia e la cultura millenaria degli altri popoli, tanto che diamo un libro di strategia militare in mano a poveracci che hanno talmente poca autostima che per motivarli tocca fargli credere di essere in guerra, perché altrimenti nemmeno i calci nel culo li farebbe lavorare come Dio comanda.
E nel frattempo, ci rifiutiamo di cercare di capire cosa c’è scritto per davvero dentro quel libro.
Perché se lo avessimo capito ci saremmo resi conto che in questo mondo c’è chi non vive strafocandosi ai pranzi di matrimonio fino a farsi scoppiare il fegato e le vene. C’è chi non vive sperperando tutto quello che guadagna e spendendo anche ciò che non ha. C’è chi non vive per l’oggi o per il domani, ma per i suoi discendenti.
Di solito dalle nostre parti solo le grandi organizzazioni criminali, mafia e camorra, per dire, ragionano sul disegno generale. Sulle epoche. Sulle generazioni. I capi clan pensano alla “famiglia”, più che a loro stessi. È questo modo di ragionare che gli rende sopportabile morire in gattabuia senza cantare mai. Perché il sistema gli sopravvive. E loro vivono e muoiono per lui.
La gran parte di noi non ha più questa capacità. E forse è un problema, o forse no, ma non è questo che voglio dire. Quello che voglio dire è che pensiamo che siano tutti come noi, e così non ci spieghiamo l’invasione russa in Ucraina, e oggi ci svegliamo increduli ascoltando Xi Jinping che dichiara che si riprenderà Taiwan.
Qualcuno parlerà di come il presidente cinese sia costretto a puntare alla riunificazione per non deludere “i falchi” del suo partito pronti a fargli le scarpe. Qualcuno parlerà di delirio imperialista e colonialista di un dittatore pazzo, e ormai solo. Quando inizieranno l’invasione ci diranno che la Cina “voleva prendere Taiwan in 3 ore, e adesso è rimasta impantanata", come stanno facendo oggi con l’Ucraina.
Ma il problema è che non hanno letto Sun Tzu. E se lo hanno letto, non c’hanno capito un cazzo. Perché mentre lo leggevano pensavano di dover assaltare con la katana la prossima riunione di lavoro. E intanto il mondo faceva un altro giro intorno al sole, e mentre loro gozzovigliavano, quegli altri pianificavano.
In bocca al lupo.
Non ci ho capito molto, ma posso dire che, finché una persona riesce diventare self-manager di sé stessi leggendo quel libricino e a viverci, buon per lui!