La revisione del rapporto ha evidenziato molteplici anomalie procedurali, e la tempistica affrettata per la pubblicazione dell’analisi, avvenuta in poche settimane, a cavallo della transizione presidenziale, potrebbe svelare il movente politico celato dietro questa operazione.
Questa è la conclusione della ri-analisi del rapporto della CIA del 2016 che ha dato il via allo scandalo Russiagate.
Russiagate, scandalo avvenuto negli Stati Uniti dopo l’elezione di Donald Trump del 2016, quando la CIA ha dimostrato che l’elezione di Trump è stata determinata da una forte ingerenza straniera. Il Cremlino e Putin avevano interferito con le elezioni americane attraverso bot, troll e fake news, così da indurre gli americani a votare Trump, candidato gradito a Mosca poiché intenzionato ad attuare una politica favorevole al Cremlino.
Questa grande panzana, creata ad hoc sotto la pressione dell’amministrazione Obama che aveva commissionato quel rapporto, è stata cavalcata per anni da ogni sorta di imbonitore antitrumpiano travestito da giornalista.
Oggi, che la stessa CIA ammette che quel rapporto era basato sul niente, nessuno informa i propri lettori e ascoltatori di avergli venduto merda fumante per anni, facendogliela ingurgitare dopo averla spacciata per tartufo.
Che poi sarebbe bastato osservare le mosse di Trump del suo primo mandato per capire che la storiella non poteva stare in piedi. È stato lui a uscire unilateralmente dal trattato INF, rendendo gli USA un pericolo ancor più accentuato per Mosca.
È di nuovo stato lui a inviare i javelin in Ucraina, durante il suo primo mandato, incrementando fortemente gli aiuti militari per Kiev. E di fatto alimentando l’escalation politica che ha portato poi alla guerra russo-ucraina del 2022.
Insomma, bastava un poco di intelligenza politica per capire che Trump tutto è stato, salvo che un amico di Putin.
Ma anche i più tordi avrebbero potuto comunque capirlo da soli nel 2022, quando Elon Musk comprò Twitter.
Vi ricordate i Twitter Files? Ci feci un video, censurato da YouTube che lo azzoppò malamente, nel dicembre del 2022.
I Twitter Files furono un’inchiesta giornalistica voluta da Elon Musk, che concesse ad alcuni giornalisti di mettere le mani negli archivi di Twitter.
Ebbene, dall’inchiesta saltò fuori che non c’erano mai stati bot e troll russi su Twitter. Eppure proprio bot e troll erano alla base di tutta la narrazione che diede vita al Russiagate. Su Twitter, molto usato negli USA, gli americani sarebbero stati manipolati proprio da quegli account fasulli manovrati dai russi per conto di Putin. E grazie a questo, Trump fu eletto.
Twitter stesso, ai tempi, confermò la presenza dei troll russi.
Ma non era vero niente. I Twitter Files svelarono che Twitter, sotto pressione delle agenzie, fu costretto a inventarsi quei troll.
L’obbiettivo era chiaro: distruggere Trump. Scardinare la democrazia, e riprendersi il potere con l’inganno.
Ma oggi la verità è venuta a galla. La CIA stessa ammette che quel rapporto non è solido. Saltano fuori i dubbi dei funzionari di allora, che non ritenevano lo studio credibile, che si preoccupavano per l’immagine dell’agenzia.
E che cosa succede? Niente.
La piovra ignora la realtà. Il potere è impermeabile ai fatti.
Al momento in cui scrivo non c’è traccia di notizie sul nuovo rapporto della CIA su nessuno dei giornali italiani. In particolare, quelli che hanno giocato e giocano molto sui sentimenti anti-trumpiani, come Open e Il Post, non riportano la notizia neppure in quarantesima pagina.
Allo stesso modo non ne hanno parlato neppure gli YouTuber che fingono di essere attenti alla scena politica internazionale, e che pure agli Stati Uniti danno sempre molto spazio, ma chiaramente sempre in chiave anti trumpiana.
Insomma, le bugie hanno le gambe corte. Ma non sempre. A volte vengono svelate, ma rimangono la verità assoluta. Soprattutto in Italia, il paese che ha la peggior classe giornalistica della galassia.
Peggio per voi.