Rimangono solo i proiettili
Quando tutte le altre opzioni vengono espunte, l'unica possibilità è la guerra
La sinistra vuole una cosa molto precisa, e la vuole con grande lucidità e consapevolezza. Vuole la guerra civile, lo scontro armato.
Vuole sparare, accoltellare, fare esplodere le automobili con il tritolo, picchiare, gambizzare, sfregiare permanentemente l’interlocutore mettendolo a tacere.
Vuole la guerra, la violenza, il massacro, al costo di rischiare di perderla.
Evidentemente ritiene che quando dovesse esserci lo scontro fisico che tanto auspica avrà le carte per vincerlo.
Per qualche ragione sono convinti di poterci uccidere o rendere innocui. Sanno qualcosa che noi non sappiamo? Si stanno preparando da tempo a questo momento e sono più pronti di quanto noi possiamo immaginare?
Sono domande che a questo punto diventano legittime.
Dopo l’omicidio di Charlie Kirk leggo questo concetto, da più parti: non bisogna concedere confronti a chi non è già dalla nostra parte.
Parlando con gli “estremisti di destra” (chiunque non sia di sinistra) si rischia di creare nella mente di chi osserva il dibattito una falsa equivalenza.
Lo scrive chiaramente ValigiaBlu questa mattina:
«format come questi [quelli di Charlie Kirk e similari, Nda] rischiano di creare false equivalenze tra fazioni opposte che, però, equivalenti non sono»
Il problema è chiaramente esposto poche righe più avanti, quando spiegano che il timore vero è perdere il dibattito agli occhi della gente.
«Uno spettatore informato e in vena di un certo tipo di intrattenimento può anche godersi lo spettacolo per poi andare oltre, ma una persona con pochi strumenti culturali e scarsa capacità di discernere tra notizie fondate e fake news diventa preda dell'argomentazione più suggestiva»
Insomma il popolino bove, la plebe, rischia di dare ragione a qualcun altro. Perciò la discussione è controproducente, meglio evitarla.
Compagni, bisogna inasprire la strategia della delegittimazione, della mostrificazione del nemico (perché questo siamo sempre stati per loro, non avversari) e schiacciare definitivamente la minaccia al pensiero unico.
Prima gli concedevamo dibattito? Ora che non siamo più in grado di sostenerlo, dobbiamo negarglielo.
Questo articolo è solo un esempio, là fuori ci sono valanghe di pseudo intellettuali che fanno considerazioni ancor peggiori.
Secondo questa visione, che sta diventando comune, i “discorsi di odio” sono quelli di chi prende un microfono, ne dà un altro al suo interlocutore, e dibatte di un tema. E non quelli di chi sostiene che chi non la pensa come lui non deve essere messo sullo stesso piano per non creare una falsa equivalenza.
La ragione di tutta questa violenza è chiarissima: dopo decenni di prosperità politica e di consenso popolare da qualche anno a questa parte è iniziata una fase in cui i partiti di sinistra stanno “ritracciando” e retrocedendo negli indici di gradimento.
E questo è il loro modo di reagire all’erosione del potere che avevano conquistato, e che pensavano essere di loro esclusiva proprietà per diritto acquisito.
Ora, dal momento che per quanta poca stima possa avere di questa gente non ci credo che siano stupidi fino a questo punto, l’unica spiegazione che rimane è che si stia volutamente creando un clima lugubre e pesante, con la consapevolezza che questo genererà della vera violenza.
L’obbiettivo è chiaramente quello. Lo scopo finale non può che essere sentire fischiare i proiettili. Perché quando hai tolto ogni altra possibilità di confronto, rimangono solo loro. E questo lo sa chiunque.
Chi vuole la distruzione della civiltà democratica, e dello stato di diritto per come lo conosciamo? E perché? Come mai sono così convinti di uscirne vincitori?
A queste domande io non so rispondere, ma da qualche giorno quando esco di casa mi guardo intorno con circospezione e faccio molta attenzione a chi ho intorno.
Vi consiglio di fare lo stesso.
Quando il denaro smette di parlare, si inizia a sparare,
sempre di più aggiungo io, poi 4 pigne pesanti,
forse dopo torneranno a parlarsi.